Buffobuffissimo | Giulia Sermoneta

Buffobuffissimo

Alice in Wonderland è tutto un grande sogno, una favola cupa, un viaggio nell’immaginario creativo di Tim Burton.

In realtà Burton non fa altro che affrontare il classico tema del viaggio di crescita e di consapevolezza di sè, dove c’è la lotta tra il bene (la Regina Bianca, Anne Hathaway) e il male (la Regina Rossa, Helena Bonham Carter) e dove ci sono anche i mostri mitologici (il Ciciarampa), insomma nulla che non abbiamo già visto ne La storia Infinita, Il Mago di Oz o in Labyrinth, ma lui, grazie alla sua mente perversamente folle, ci mette del suo e si vede (e si gusta) tutto.

Alice (Mia Wasikowska) ora ha vent’anni e, per “fuggire” dalla sua festa di fidanzamento (tra l’altro notevolissima la prima parte del film), ripiomba nel Paese delle Meraviglie, lo stesso paese che sogna fin da bambina. Qui si domandano tutti se sia lei la vera Alice, lei stessa cerca di capirlo, per fare avverare o meno la profezia. Ed ecco che inizia questo viaggio alla ricerca della sua moltezza.

La creazione di Burton l’ho trovata un bell’omaggio al film della Disney del 1951, che si è prestato benissimo ad essere rivisitato soprattutto visivamente (scenografie e costumi stupendi) dal regista.

Ma non è tutto rose e fiori.

Il 3D è praticamente inutile (e secondo me a tratti fastidioso) e probabilmente neanche studiato troppo bene.

Purtroppo il film appare troppo Johnnycentrico (il Cappellaio Matto, Johnny Depp), mi rendo conto che il sodalizio tra l’attore e il regista ormai è sempre più forte, ma è Alice la protagonista e non il Cappellaio matto, anche perchè Mia Wasikowska l’ho trovata perfetta per la parte (è stata una rivelazione, molto brava): bionda, odiosa e stupida, così come l’Alice del 1951.
Grandi assenti i Palmipedon, ero convinta che Tim sarebbe riuscito a inserirli senza problemi nel film, ma non ce n’è traccia. Sigh.
Solito problema di doppiaggio e traduzioni, ma ormai qua in Italia ci siamo abituati, vero?
Anche la sceneggiatura fa un po’ di buchi qua e là, ma Burton ti trasporta in quel mondo insieme ad Alice e riesce a richiamare la stessa magia di Edward mani di forbice o di Big Fish.

Quello che ho visto è esattamente quello che mi aspettavo, ho imparato a difendermi dalle strategie commerciali cinematografiche. È una bella favola, sicuramente non la migliore di Burton, ma è da vedere.

2 commenti

  1. dice:

    grazie giulia, mi hai convinto di non andarlo a vedere in 3D ;)

  2. Giulia Sermoneta dice:

    @Robie se puoi evitalo, comunque non cambia molto :)

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