primoluglioduemilaedue | Giulia Sermoneta

primoluglioduemilaedue

(via modern_classic)

Otto anni fa, oggi, ero davanti ad una cattedra. Per il mio esame di maturità.

È incredibile come una sola giornata della propria vita rimanga impressa così nella mente. E non rimangono solo i ricordi, rimangono anche le sensazioni. La paura. L’ansia. L’adrenalina. La felicità nel sapere che stai chiudendo un capitolo per iniziarne un altro.

Quel primo luglio del duemilaedue iniziavano gli orali nella mia scuola e io fui la prima. I corridoi erano ancora deserti. C’era molto silenzio. E io ero lì. Con la mia tesina sulla realtà e sull’apparenza. Pirandello, Nietzsche , De Chirico, Oscar Wilde, erano tutti lì con me. C’era anche Dante con il secondo e il terzo canto del Paradiso, “per ch’io dentro a l’error contrario corsi/a quel ch’accese amor tra l’omo e ‘l fonte”.

Sì c’eravamo proprio tutti.

E tutti uscimmo da quella stanza con mille dubbi, sapendo di aver fatto una bella figura, ma consapevoli di esserci dimenticati cose importanti che i professori ripeterono più e più volte durante l’anno.

Pirandello, Nietzsche , De Chirico sono ancora qua e continuano ad accompagnarmi in questo percorso di continui cambiamenti e scoperte, del resto vivere vuol dire questo, no?

“Ciò che noi conosciamo di noi stessi, non è che una parte, forse una piccolissima parte di quello che noi siamo. E tante e tante cose, in certi momenti eccezionali, noi sorprendiamo in noi stessi, percezioni, ragionamenti, stati di coscienza che son veramente oltre i limiti relativi della nostra esistenza normale e cosciente.” (Pirandello, dal saggio Umorismo, pubblicato nel 1908)