Si torna da un altro viaggio, con gli occhi ancora pieni di colori, quelli di Lisbona.
Sì perchè Lisbona è un tuffo vicino all’Oceano dove il vento tira sempre forte e tutti i palazzi sono coperti da azulejos, dove ci sono salite e discese e la gente ti sa coccolare.
Il primo giorno ovviamente eravamo distrutti a causa dell’alzataccia per prendere l’aereo, ma nonostante questo abbiamo subito iniziato il nostro giro nell’Alfama, passando per il Miradouro de Santa Luzia, la cattedrale Sé de Lisboa, e il Castelo de São Jorge: questi due luoghi ci hanno da subito regalato dei panorami strepitosi, era quasi il tramonto e tutte le viuzze intorno al castello brulicavano di gente.
Il secondo giorno ci siamo subito mossi in direzione Sintra, dalla stazione di Rossio c’è un comodo treno che in meno di un’ora porta in questo gioiello di paese che da solo meriterebbe tre giorni per vedere tutte le meraviglie che racchiude.
Da lì abbiamo preso subito il pullman per andare verso Cabo de Roca, il punto più a ovest dell’Europa, dove finisce il mare e comincia la terra: qui il vento pauroso che ti spostava e non riusciva a farti fare una foto dritta ci ha tolto il fiato.
Ed eccoci riprendere il pullman e tornare a Sintra, verso la nostra destinazione principale, Quinta da Regaleira.
La tenuta è enigmatica, misteriosa e piena di cunicoli che si snodano sottoterra fino ad arrivare ad un pozzo iniziatico (si dice ricordi la struttura dei nove cerchi dell’Inferno di Dante).
Il terzo giorno ci siamo finalmente addentrati per il centro più centro della città, attraverso la Baixa e il Bairro Alto.
Domenica è poi arrivato il momento di Belem, bella bellissima, ma la giornata era decisamente molto calda e abbiamo sofferto un po’.
Per fortuna la bellezza del Monastero dos Jerónimos ti ripaga di tutto, è un capolavoro architettonico. Per non parlare delle Pasteis de Belem, ma serve che vi dico che sono buonissime?
Lunedì è poi stata la giornata dell’Oceanário e del Cristo Rei che si trova sulla riva sud del fiume Tago ed è raggiungibile con il traghetto in dieci minuti.
E poi c’è tutto quello che le parole non possono raccontare.
Lisbona non è solo Baccalà e Fado.